La mostra presenta l’ultimo ciclo di lavori che l’artista ha realizzato come naturale conseguenza della ricerca nata con Numerage, la verità nascosta e poi proseguita in #wearenotnumbers. I numeri, che nei lavori precedenti erano strumento di una riflessione sul concetto di ridondanza mediatica come altra forma del falso, ora sembrano scomparire, per lasciare il posto a un’esplosione ordinata e caleidoscopica di colori. Eppure nel colore il numero sopravvive nascosto, come matrice moltiplicativa in grado di generare infinite combinazioni di forme nello spazio: le Neometrie nascono come scomposizione e ricomposizione di quei frammenti in un ordine apparentemente casuale che diventa, nella cristallizzazione dell’opera e nella visione d’insieme, permanente. Attus invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno, matematico, cromatico e forse esistenziale, che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti, ponendo l’osservatore di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice. I visitatori sono invitati a decostruire a loro volta l’ordine creato: l’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, ha infine il sopravvento.
Adriano Attus
Sanremo, 1971. Da oltre 20 anni designer e art director nei periodici delle principali case editrici italiane, dal Mondo a Panorama, ora direttore creativo del Sole 24 Ore, poliedrico e multimediale, ha collaborato con Axa, Bloomberg, Bmw, Eni, Iulm. Da sempre combina numeri e colori in una ricerca che progressivamente diventa la cifra stilistica del suo lavoro di artista, esposto per la prima volta alla Galleria L’Affiche di Milano nel 2015, a cura di Mathia Pagani. Seguono, tra le altre, le mostre al Mudec Art Wall, Milano (2015), la partecipazione ad Italian AXA Forum, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016), Wopart Fair, Lugano, con Galleria l’Affiche (2017).