Booknotes Collection Christmas Edition

  1. IL BOOK CLUB DI DAVID BOWIE

    Benvenuti su LaLaLab, questa è Booknotes, la rubrica che abbiamo deciso di dedicare all’intreccio, non sempre svelato, che spesso esiste fra la musica e la letteratura.

    La domanda è sempre la stessa: quanti brani musicali traggono ispirazione da opere letterarie – citandole, riadattandole, trasponendole – e quante di queste contengono al contrario citazioni musicali e suggestioni sonore?

    In questa puntata speciale per il Calendario dell’Avvento del 2020 aggiungiamo un tassello alla Booknotes Collection, la nostra selezione bibliografica a sfondo musicale da leggere possibilmente tenendo Spotify a portata di “play”.

    Il titolo che abbiamo scelto oggi per voi è Il Book Club di David Bowie. I 100 libri che hanno cambiato la vita di una leggenda di John O’Connell, fresco di stampa ed edito in Italia da Blackie Edizioni.

    Di David Bowie e dell’influenza di una certa letteratura sulla sua musica vi avevamo dato qualche anticipazione nella puntata dedicata al suo stimato amico e collega Lou Reed; in quel caso Bowie prestava la voce per interferenze brevi come flash all’interno del brano Hop Frog contenuto in The Raven, l’album ispirato a Edgar Allan Poe, di cui vi avevamo parlato qui.

    Nel novembre del 2013 il Victoria & Albert Museum di Londra organizza una grande mostra personale dedicata proprio al musicista multiforme che fu Bowie, una grande collezione di oggetti, pezzi d’arte, fotografie, i costumi delle performance di Bowie sul palco, materiali d’archivio come schizzi, disegni, appunti scritti a mano dei suoi testi. In concomitanza alla tappa canadese della mostra lo stesso Bowie aggiunse un pezzetto, e rese nota una lista contenente i 100 libri che più influenzarono la sua vita e la sua carriera.

    In Il Book Club di David Bowie John O’Connell raccoglie i 100 titoli e a ciascuno di essi assegna un capitolo del libro, trovando occasione di approfondire aspetti, aneddoti, curiosità e tutto quanto di più profondo risiede dietro le mille maschere del Duca Bianco.

    Che Bowie fosse un incallito lettore lo confermavano le pesanti valigie con cui si accompagnava nei suoi tour o sul set di The Man Who Fell To Earth (1976) come testimoniano vari scatti dell’epoca; magari alcuni di voi ricorderanno piuttosto un’altra celebre foto di Chalkie Davies che lo ritraeva nei panni di teenager scanzonato in jeans e felpa, scalzo, fra le mani una copia de L’idiota di Dostoevskij.

    Il volume offre così un viaggio intimo e introspettivo nel percorso artistico di una leggenda della musica internazionale e di un grande genio intellettuale.

    Vi lascerà scoprire come il potere dell’immaginario dell’Iliade abbia influito sulla componente scenografica delle performance di Bowie, o ad esempio come le poesie di T.S. Eliot e Frank O’Hara, la finzione di Vladimir Nabokov o ancora la politica rivoluzionaria di James Baldwin ne influenzarono indistintamente la scrittura e la musica e l’intera essenza.

    Curiosità.

    Nel 1998 Vanity Fair sottopose David Bowie a un Questionario di Proust, fra tutte le risposte – ambigue, incisive, sintetiche – la prima vi farà sorridere.

    Scopritela.


  2. THIS IS NOT A LOVE SONG

    Seconda puntata speciale di Booknotes Collection per il Calendario dell’Avvento del 2020, cambiamo scenario e vi proponiamo una vera chicca editoriale.

    Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da un’idea di Andrea Provinciali, livornese classe ‘77, romano d’adozione, ma soprattutto giornalista e grafico editoriale con un chiodo fisso per la musica.
    This is not a love song è un’autoproduzione editoriale, ma “anche tanto altro” come dichiarato nello slogan sul sito web; al centro del progetto c’è infatti l’idea di rivitalizzare vecchi formati in disuso, come VHS e musicassette, ma immortali nella loro estetica vintage e pop contemporaneamente, donando loro una nuova funzione attraverso la lente del fumetto e dell’illustrazione.

    Musicassette, avete letto bene, e se siete cresciuti negli anni ’90 ne avrete collezionato montagne, raramente originali e per questo preziosissime, ma soprattutto pirata, possiamo ammetterlo; oggetti fantastici, frutto di un operoso lavoro di pazienza e dedizione, di stop/play/rec/pause, che regalavamo agli amici o agli innamorati brandendole in segno del nostro pensiero e dei nostri ideali, e che contenevano il nostro manifesto musicale più intimo: riceverlo o consegnarlo era prova di stima reciproca e profondo affetto.

    I più nostalgici le conserveranno ancora con orgoglio in qualche scaffale in bella vista o magari, al contrario, in una scatola degli oggetti dimenticati, un cimelio dei tempi che furono.
    Qualsiasi rapporto abbiate coi vostri feticci sonori, vi suggeriamo di rovistare per bene nello shop di This is not a love song (l’ideale per i regali di Natale che avete ancora in arretrato!), perché lì troverete dei prodotti editoriali piuttosto atipici, perfetti per integrare la vostra collezione.

    In particolare vi segnaliamo le “Cassettine”, un serbatoio infinito di canzoni d’amore universali dal quale attingono creativamente fumettisti, illustratori e grafici per dare vita a musicassette di carta immaginifiche.
    Dall’esterno tutto è coerente all’originale, custodia in plastica e copertina disegnata, ma una volta aperta la musicassetta vi ritroverete fra le mani la creatività di artisti che con la loro visione hanno dato corpo e immagine a un vasto repertorio musicale, dalla musica italiana all’internazionale, attraverso le penne di icone del fumetto, per citarne una fra tutte quella di Zerocalcare.

    Pezzi unici e una tiratura limitata per ciascuna musicassetta, dunque affrettatevi a scegliere la vostra canzone preferita, o magari lasciatevi rapire dai mille colori delle illustrazioni.

    Per i più affezionati al formato VHS, non disperate, troverete anche loro, e molto di più.

    Qui, per approfondire, un’intervista di Valentina Tanni all’inventore Andrea Provinciali sul racconto della genesi del progetto.