All’interno di librinudi, Björn Larsson parla con Emilia Lodigiani del nuovo romanzo “Nel nome del figlio” (Iperborea), del tradurre e dell’essere tradotti.
L’ottavo appuntamento indaga un aspetto estremamente complesso e affascinante del lavoro editoriale, quello della traduzione, raccontato dal punto di vista di un autore straniero che conosce molto bene la lingua e il Paese di destinazione.
Dopo “La saggezza del mare” e “Bisogno di libertà” Björn Larsson torna a raccontare il proprio vissuto. Il nuovo romanzo si sviluppa a partire da un episodio drammatico che ha segnato la vita dell’autore, ovvero la scomparsa prematura del padre, morto annegato in un lago in Svezia con altre sette persone quando lui aveva solo otto anni, e nasce dal bisogno di dimostrare che si può vivere felici anche senza conoscere le proprie radici. Per tutta la vita Larsson ha infatti avuto l’impressione di essere orfano: del padre conserva solo sei ricordi, mentre la madre è poco presente nella sua infanzia, impegnata a lavorare per mantenere lui e la sorella. Si ritrova così a inventare la propria vita, a tendere l’orecchio al futuro piuttosto che al silenzio del passato.
Con “Nel nome del figlio”, appena pubblicato da Iperborea, si interroga oggi sull’importanza della memoria, dei legami di sangue e dell’identità.
L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del Laboratorio Formentini.
In occasione dell’incontro, abbiamo intervistato Björn Larsson ed Emilia Lodigiani.
Clicca qui per leggere l’intervista.