Benvenuti su LaLaLab, questa è Stelle dell’editoria, la rubrica astrologica dedicata alla (ri)scoperta di scrittori, poeti, letture e protagonisti del mondo editoriale, disponibile tutti i lunedì alle 16.30.
Abbiamo pensato di dedicare questa puntata a scrittori e scrittrici della letteratura internazionale.
ARIETE
Il 9 ottobre 1997 Dario Fo fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: «seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi». Nelle sue opere, l’autore-attore/attore-autore rivolge dure critiche alle istituzioni (politiche, sociali, ecclesiastiche) e alla morale comune, ricorrendo sempre all’uso della satira. Figura nella quale Fo, dell’Ariete, si identifica è il giullare moderno, colui che combatte, con le armi dell’arte, della comicità e del riso, il potere. Perché ti stiamo raccontando questo, caro Ariete? Perché, nonostante le tue buone intenzioni, crediamo tu stia correndo due pericoli: il primo, è di non riconoscere più la differenza tra scomodo e inopportuno (se lasci a briglia sciolta la tua parlantina, prima o poi rischierai di ferire la persona sbagliata); il secondo, è passare da essere un giullare a essere un buffone (risate e applausi possono ingannare: se non puoi esercitare il controllo sul tuo pubblico, puoi esercitarlo su te stesso: valuta e scegli con cura le parole e le azioni che eseguirai nel prossimo futuro).
TORO
Ci sono più cose in cielo e in terra, Toro, di quante ne sogni la tua filosofia. È cosi, e se ti conosciamo anche solo un po’, il solo leggere questa frase ha causato in te del turbamento, perché vorresti essere onnisciente, appropriarti di tutto lo scibile, per non avere sorprese e farti trovare impreparato. Dal momento che sei anche molto intelligente, però, sai bene che questo non è possibile. Il grande Shakespeare, del Toro, dovette convivere con questa consapevolezza, con l’impossibilita di afferrare la vera natura delle cose, della vita, evitando cosi di cadere nel dubbio: Essere, o non essere, questo è il dilemma… I drammi del Bardo si interrogano sui misteri dell’esistenza e dell’animo umano, toccano e rappresentano svariate sfumature dell’una e dell’altro, ma non giungono mai a una verità unica capace di eliminare angosce e insicurezze, che non a caso assumono spesso la forma di figure soprannaturali (streghe, spettri, folletti…).
Caro Toro, considera questo periodo di incertezza come una grande prova di coraggio: quanto ti sentirai orgoglioso quando potrai vantare di aver affrontato l’ignoto?
Qui potete fare un tour virtuale al Globe Theatre, “la dimora ancestrale” delle opere teatrali di Shakespeare.
GEMELLI
«I know not what tomorrow will bring» (Non so cosa porterà il domani) è l’ultima frase scritta dal poeta e scrittore portoghese Fernando Pessoa, dei Gemelli. Una frase, un concetto, assolutamente condivisibile, non trovate cari Gemelli? Vi sorprenderà scoprire – qualora non fosse già successo – che molto di quel che ha scritto Pessoa lo è, a partire dalla sua “autobiografia senza fatti”, ovvero “Il libro dell’inquietudine”. Nell’opera incompiuta e postuma, costituita da innumerevoli “frammenti, tutto frammenti”, lo scrittore narra, attraverso un’indagine profonda e ansiosa del proprio io, il rapporto dell’uomo moderno – e del suo subconscio – con il mondo esterno, e con i dubbi esistenziali. «Perché è bella l’arte? Perché è inutile. Perché è brutta la vita? Perché è tutta fini e propositi e intenzioni. Tutte le sue strade portano da un punto a un altro punto». Alla domanda “come affrontare la vita?” Pessoa sembra rispondere: iniziando a smettere di puntare a un obiettivo, a una destinazione. Questo è il punto da cui partire, cari Gemelli. Non chiedetevi cosa vi porterà il domani, non ponetevi mete o termini. Indagate il presente, la sua unicità, e se vi sentiste sopraffatti, ricorrete alla lettura, magari proprio al Libro dell’inquietudine, perché la vita può risultare meno complicata e angosciante quando troviamo comprensione.
In alternativa, vi suggeriamo questo podcast.
CANCRO
«Kafkiano: Che richiama l’atmosfera tipica dei racconti di Kafka, e quindi inquieto, angoscioso, desolante, o paradossale, allucinante, assurdo: situazioni kafkiane» (Treccani).
Pensi di vivere una situazione kafkiana, caro Cancro? Ti sarai magari abituato alla tua nuova condizione, come Gregor Samsa si è abituato alla sua metamorfosi. Nulla di cui rimproverarti, anzi, a patto che non venga meno la tua umanità, perché il confine tra accettazione, rassegnazione e alienazione è davvero molto sottile. Tu, come Kafka, soffri all’idea di essere un ingranaggio in una macchina più grande e grossa di te, eppure riesci a trovare una tua dimensione, limitandoti a ritagliare per te un piccolo spazio in cui tu possa esprimertiliberamente. Pur votato alla letteratura, lo scrittore boemo, del Cancro, non vi si dedicò mai professionalmente, ma obbedì al padre, iscrivendosi a giurisprudenza prima e lavorando come assicuratore dopo. È nelle sue opere che Kafka vive davvero, portandovi sì tutte le sue angosce esistenziali, ma anche una tensione straordinaria, estranea alla desolazione quotidiana. Crediamo sia arrivata l’ora di fare il bilancio, caro Cancro: quanto tempo trascorri a sopravvivere? Quanto a vivere davvero? A quanto ammonta il profitto totale?
Per approfondire la figura di Franz Kafka vi suggeriamo questo speciale a lui dedicato.
LEONE
Caro Leone, sei il segno più orgoglioso, combattivo e determinato dello zodiaco, investi molte delle tue energie nel lavoro e non scendi mai a compromessi, rivelandoti spesso individualista. Leggendo queste parole, scommettiamo tu abbia trovato solo pregi e motivo di vanto. Ecco perché abbiamo pensato di proporti un modello ideale, una scrittrice che ha impiegato la sua forza leonina non solo nella stesura dei suoi libri ma anche nell’impegno politico e sociale: Isabel Allende. Nel 1973, dopo il drammatico colpo di stato che ha rovesciato il governo dello zio, Salvador Allende, la scrittrice cilena si è battuta da subito contro il regime militare e la sua sanguinosa repressione; il 6 dicembre 1996 ha fondato la Isabel Allende Foundation per rendere omaggio alla figlia Paula, morta prematura nel 1992; in ogni sua opera – più di 20 (iniziate tutte lo stesso giorno: l’8 gennaio) – è possibile ravvisare le sue convinzioni femministe e il suo impegno per la giustizia sociale e nel 2014 il presidente statunitense Barack Obama le ha conferito la Medaglia Presidenziale della Libertà.
Caro Leone, non pretendiamo da te grandi imprese, prova solamente a domandarti, per questa settimana, “Qual è la cosa più generosa che possa fare?” e a rispondere concretamente, perché «è una meravigliosa verità che le cose che desideriamo di più nella vita – un senso di scopo, felicità e speranza – si ottengono più facilmente dandole agli altri».
Durante la serata inaugurale di BCM15, Isabel Allende ha ricevuto il Sigillo della Città. Qualche giorno fa ha voluto mandare un messaggio: qui il video.
VERGINE
Cara Vergine, scommettiamo che non ti pesi vivere in camere separate, avere l’opportunità di ritirarti dal mondo in solitudine e disporre della compagnia all’occorrenza. Crediamo infatti sia un altro il motivo che ti stia portando a esprimere tutta la tua insofferenza: il tuo innato senso di insoddisfazione, esasperato dalla mancanza di prospettiva, strumenti ed energia a tua disposizione. Pier Vittorio Tondelli, della Vergine, esprime perfettamente tutto questo nelle sue opere: l’autore descrive nel suo ultimo romanzo una storia d’amore, quella tra Leo e Thomas, che pare in un primo momento funzionare proprio perché bilanciata dalla distanza che separa i due amanti, ma esprime anche quel senso di insoddisfazione prima accennato: «Ho sempre cercato “tutto” nella vita: la verità e l’assoluto. Ho sempre detestato la gente soddisfatta […] Molti vedono solo una piccola fessura dove tu trovi invece crepe e abissi». Non ti chiediamo di cambiare la tua natura, ma di mitigare quest’ultimo aspetto del tuo carattere: distogli un attimo lo sguardo dalla crepa e guarda il quadro complessivo. Non stai facendo un gran lavoro, tutto sommato?
Qui potete ascoltare un’intervista allo scrittore sulla pubblicazione del suo primo romanzo.
BILANCIA
Cara Bilancia, se conosci la biografia di Miguel de Cervantes, converrai nel definirla una serie di (dis)avventure. Lo scrittore spagnolo, autore di uno dei più celebri capolavori mondiali di tutti i tempi, ovvero il Don Chisciotte, dovette infatti vivere una vita di stenti e di sventura prima di raggiungere il successo: a soli 22 anni venne accusato di aver ferito durante un duello un muratore, tale Antonio de Sigura; scappato in Italia, venne condannato in contumacia al taglio della mano destra; a 24 combatté con coraggio nella battaglia di Lepanto contro i Turchi, ma perse l’uso della mano sinistra; a 28 partì da Napoli per tornare in patria, ma la sua nave venne assalita dai pirati e lui catturato e tenuto prigioniero per cinque anni fino al pagamento di un riscatto. In Spagna lo attenderà un lungo periodo di umiliazioni e ristrettezze economiche, fino al 1605, quando pubblicherà la prima parte del suo capolavoro. Quale morale possiamo trarre dalla biografia di Cervantes? Non sbagli a evitare i conflitti, cara Bilancia, l’intelligenza è la tua vera arma e la comunicazione il tuo campo di battaglia, ma se sono i conflitti a raggiungerti, e ne esci sconfitto, ricorda di convertire l’esperienza in opera di ingegno: sarà la tua rivincita.
SCORPIONE
Caro Scorpione, nonostante la legittima preoccupazione, siamo sicuri che tu stia affrontando questo periodo con la tua solita risolutezza. Se in un primo momento tendi infatti a lasciarti sopraffare dalle emozioni, come l’ansia e la paura del fallimento, subito riprendi il controllo e affronti il problema con decisione. Le donne del segno, in particolare, si rivelano prodi condottiere quando avvertono il senso di pericolo. Un esempio? Margaret Atwood. La scrittrice del romanzo cult Il racconto dell’ancella, è portavoce degli scrittori canadesi (èstata presidente della Writers’ Union of Canada, di cui è una fondatrice, e ha presieduto il Canadian Centre of International PEN), si batte per i diritti delle donne, dei nativi e per l’ambiente (insieme al marito vive all’insegna dell’ecosostenibilità). In un’intervista racconta: «Sono cresciuta nelle foreste settentrionali del Paese. In quelle condizioni non è possibile non imparare cosa significhi sopravvivenza. Anche solo per non perdersi nei boschi». La sopravvivenza è un tema centrale delle sue opere: June e Grace, due delle sue protagoniste, si trovano a vivere in condizioni estreme, in cui il male e la crudeltà regnano incontrastate, ma trovano entrambe la forza per non soccombere e reagire. Crediamo, caro Scorpione, che tu possa ritrovare molto di te nella lettura delle sue opere.
SAGITTARIO
«Mi racconto delle storie. Storie su qualunque cosa. Semplici storie» scrive Shirley Jackson, del Sagittario, in uno dei testi che oggi compongono Paranoia. «Sono riuscita a intessere una favola di infinita complessità intorno agli oggetti inanimati di casa mia». La scrittrice americana, maestra del thriller nero venerata da Stephen King, non ha avuto un’infanzia felice (fin da bambina dovette sopportare le dure e continue critiche della madre, che arrivò a definirla “aborto mancato”), né tantomeno una vita facile (sposata a un maschilista, retrogrado e adultero, si sentì sempre intrappolata nel suo ruolo di moglie). Tuttavia, proprio per questo, cari Sagittario, può insegnarvi qualcosa su come affrontare le difficoltà del periodo: un primo consiglio lo ricavate dalle citazioni precedenti: raccontare storie, dar sfogo alla vostra immaginazione per tenervi impegnati («Mi mantengono attiva, le mie storie»); un secondo consiglio ve lo suggerisce la giovane protagonista del suo ultimo romanzo: Merricat compie piccoli riti magici (una cassetta di dollari d’argento sotterrata vicino al ruscello, una bambola sepolta nel campo e un libro inchiodato a un pino sono i suoi amuleti) per proteggere il delicato equilibrio famigliare; il terzo consiglio ve lo diamo noi: imparate dalle opere di Shirley Jackson ad affrontare con ironia e leggerezza le vostre paure.
CAPRICORNO
Edgar Allan Poe, del Capricorno, riteneva che il significato di uno scritto dovesse essere celato sotto una lieve superficie e che opere con ovvi significati cessassero di essere arte. È curioso come una teoria letteraria si applichi nel vostro caso, cari Capricorno, al carattere e alla personalità. Cosa pensate, cosa provate davvero? Siamo sicuri che non molti saprebbero rispondere a questa domanda. Siamo quasi certi che, tra quelle poche persone, non ci sareste voi, perché siete incapaci di accontentarvi della superficialità della realtà, siete ossessionati dalla ricerca di significati occulti negli oggetti e negli eventi della banalità quotidiana e forse siete, come Poe, in grado di scavare nelle angosce rimosse degli individui, ma quando si tratta di comprendere voi stessi, di approfondire la vostra conoscenza, vi fermate a quella lieve superficie, insieme a tutti gli altri.
Questa settimana prendete un’opera di Edgar Allan Poe, leggetela, studiatela, ma poi cercate di applicare quanto imparato su voi stessi, non sugli altri. Riuscite dove il grande scrittore ha fallito.
ACQUARIO
Chi non conosce il celebre Lewis Carroll, l’autore di “Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso lo specchio”? Quanti però sanno o ricordano che Lewis Carroll altro non era che lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, reverendo inglese e professore di matematica a Oxford? Dodgson, dell’Acquario, ha vissuto infatti una doppia vita: quella del timido e balbettante uomo religioso nonché brillante insegnante, e quella dello scrittore, legato profondamente all’infanzia, al punto da preferire la compagnia dei bambini, avere una valigetta sempre piena di giocattoli e una camera piuttosto bizzarra, con carillon, una pianola, uno specchio deformante, una collezione di bambole e pupazzi automatici, giochi di sua invenzione e molto altro. Possiamo supporre che l’infanzia rappresentasse per Dodgson/Carroll una scappatoia dall’austerità che caratterizzava l’età vittoriana, con le sue rigide regole di comportamento. Attraverso le sue opere, i suoi viaggi assurdi e meravigliosi, lo scrittore poteva infatti prendersi gioco delle regole e delle convenzioni. Un perfetto modello a cui ispirarsi, non trovate?
PESCI
Il 10 novembre 2012, all’età di 79 anni, Philip Roth ha annunciato il suo addio alla letteratura, usando questa metafora: «Alla fine della sua vita il pugile Joe Louis disse: “Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione”. È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne». Il grande scrittore americano, dei Pesci, non si curava di cosa potesse pensare la gente: lui diceva e faceva quello che voleva, affrontando temi scomodi come la sessualità maschile, il razzismo, l’antisemitismo, descrivendo i molti vizi e le poche virtù della società americana e suscitando per questo scandali e polemiche. Le persone del segno sono infatti dotate di quella rara sensibilità che non consente di ignorare il male. Tendono per questo a sognare una vita isolata, immersa nella natura incontaminata, dove il male non possa raggiungerli (lo stesso Roth visse per molti anni lontano dalla città e dalla folla, in una casa di campagna nel Connecticut). Sempre Roth scrisse: «Come puoi essere un artista e rinunciare alle sfumature?»
Ecco, cari Pesci, il vostro compito per questa settimana: impossibilitati a esaudire il vostro desiderio di eremitaggio nella natura, individuate tutte le sfumature del bene che vi circonda.