Benvenuti su LaLaLab, questa è Stelle dell’editoria, la rubrica astrologica dedicata alla (ri)scoperta di scrittori, poeti, letture e protagonisti del mondo editoriale.
Per la puntata di questa settimana ci siamo ispirati ai personaggi dell’epico universo tolkieniano.
ARIETE
Caro Ariete, il tuo personaggio è… Peregrin Took (Pipino). Il giovane hobbit presenta infatti tutte le caratteristiche del segno: la curiosità, l’impazienza e la caparbietà. Pipino, come ogni Ariete, passa subito alle parole, all’azione, senza prima riflettere: ordisce, insieme a Merry e con l’aiuto di Sam e Grassetto Bolgeri, la “congiura” per convincere Frodo a non lasciare da solo la Contea, finendo per essere coinvolto in una serie di (dis)avventure che minacciano la sua vita (Nazgûl, il Vecchio Uomo Salice, lo Spettro dei Tumuli…), si offre volontario per far parte della Compagnia dell’Anello durante il Consiglio di Elrond al quale non è stato invitato (Elrond l’avrebbe rispedito alla Contea, con il compito di mettere in guardia gli Hobbit dalla minaccia), si lancia nella foresta, senza attendere le disposizioni di Aragorn, chiamando a gran voce Frodo e finendo con l’essere catturato dagli Uruk-hai, e riesce a sfilare con uno stratagemma il Palantír dalla mano di Gandalf – che gli aveva intimato di consegnare l’oggetto quando era corso a raccoglierlo – e a sbirciare in esso, con conseguenze (quasi) catastrofiche. A causa della sua lingua lunga, inoltre, Pipino finisce per essere nominato Guardia della Cittadella da Denethor, Sovrintendente di Gondor, benché messo in guardia da Gandalf: «Attento alle tue parole, Messere Peregrino, non è questo il momento adatto all’insolenza degli Hobbit. Théoden è un vegliardo buono e gentile. Denethor è di tutt’altra razza, orgoglioso e perspicace, uomo di assai più alto lignaggio pur non essendo chiamato re». Tuttavia, Pipino dimostra nel corso di tutto il libro grande cuore e straordinario coraggio: pur non essendo un guerriero, né uno stregone, o una qualsivoglia creatura dotata di particolari capacità, lo hobbit affronta innumerevoli sfide – dall’attacco degli Ent al salvataggio di Faramir, fino alla battaglia di Lungacque – uscendone sempre vincitore.
Tratti distintivi: curiosità, logorrea.
Abilità speciale: impulsività letale (per gli altri e per se stesso).
TORO
Caro Toro, il tuo personaggio è… Gimli. Come il nano, anche le persone del tuo segno, che in un primo momento vivono i propri sentimenti con una certa razionalità, un certo distacco, possono apparire diffidenti e orgogliose. Tuttavia, superato lo scoglio iniziale dimostrano tutto il loro attaccamento agli affetti, rivelandosi anzi determinati a vivere a fondo i rapporti e a farli durare nel tempo. A Gran Burrone Gimli conosce l’elfo Legolas, con il quale – superati i primi dissapori dovuti all’antico e mai sopito astio tra le rispettive razze – finisce per stringere una profonda amicizia, che durerà ben oltre la Guerra dell’Anello: Gimli verrà chiamato “Amico degli Elfi” e salperà con Legolas – all’età di 262 anni – alla volta di Aman (l’unico della sua razza cui i Valar abbiano concesso tale onore). Benché Gimli sia un Nano, non pecca della cupidigia tipica della sua razza. Come gli altri segni di Terra, infatti, anche il Toro bada molto alle finanze, vuole assicurarsi stabilità, ma è anche romantico e generoso. Le sue richieste non sono mai smodate, per quanto estremamente specifiche. Una scena dell’opera rivela come il personaggio incarni perfettamente tutto ciò:
«Non vi è nulla ch’io desideri, Dama Galadriel», disse Gimli con un profondo inchino e balbettando. «Nulla, eccetto forse… eccetto, se mi è permesso chiedere, anzi, esprimere il desiderio, un capello della tua chioma, che eclissa l’oro della terra, come le stelle eclissano le gemme delle miniere. Io non chiedo un tale dono, ma tu mi hai ordinato di esprimere il mio desiderio». […] La Dama disfece allora una delle sue lunghe trecce, e tagliò tre capelli d’oro che pose nella mano di Gimli. «Il dono sarà accompagnato da queste mie parole», disse. «Non predico il futuro, perché ogni profezia è vana: da un lato vi è l’oscurità, e dall’altro solo speranza. Ma se la speranza dovesse non morire, io dico a te, Gimli figlio di Glóin, che nelle tue mani l’oro scorrerà a flutti, eppur non avrà mai su di te alcun dominio».
Tratti distintivi: cautela, umiltà.
Abilità speciale: profonda amicizia.
GEMELLI
Cari Gemelli, il vostro personaggio è… Gandalf. Come voi, lo stregone che ha «l’abitudine di metter tutto sottosopra» è uno spirito dinamico, che ha bisogno di frequentare, conoscere: non ha fissa dimora, si sposta continuamente, e per questo viene chiamato Il Grigio Pellegrino.
Personaggio distinto per la sua straordinaria intelligenza e saggezza, quando non è impegnato in grandi imprese Gandalf si dedica a frivoli passatempi e semplici abitudini, come la fabbricazione dei fuochi d’artificio e la narrazione di splendide storie ai giovani hobbit. Pur essendo dotato di grandi abilità non è infatti interessato alle ricchezze o al potere: l’umiltà, insieme alla pietà e alla pazienza, sono i suoi più grandi pregi. Tuttavia, Gandalf non sembra svelarsi mai del tutto, «la sua gioia, e la sua subita collera, erano velate di panni grigi come la cenere, sicché soltanto coloro che lo conoscevano scorgevano la fiamma che era in lui» e anche l’entità del suo potere non viene mai specificata. Possiamo, inoltre, rimproverargli una certa irresponsabilità: lo stregone entra a far parte del Bianco Consiglio, ma si rifiuta di esserne il capo per non dover avere legami e obblighi, dimorare in alcun luogo od obbedire a convocazioni di sorta.
Tratti distintivi: evasività, dinamicità.
Abilità speciale: estrema duttilità.
CANCRO
Caro Cancro, il tuo personaggio è… Elrond. Come te, il Signore di Gran Burrone è estremamente saggio e riflessivo, non prende mai decisioni avventate e pondera accuratamente qualsiasi sua azione, motivo per il quale presiede il Consiglio che riunisce i rappresentanti dei vari popoli della Terra di Mezzo per stabilire le sorti dell’Unico Anello. Intollerante ai conflitti, ai tradimenti e alle cospirazioni, preferisce di gran lunga rimanere nella sua accogliente casa piuttosto che essere coinvolto nei problemi del mondo; suo malgrado, la compassione e il forte senso di giustizia e responsabilità lo portano spesso a scendere in campo o, come nel caso della Guerra dell’Anello, a intervenire: Elrond consiglia infatti ad Aragorn di raggiungere Dunclivo e ottenere l’aiuto dell’Esercito dei Morti, determinante nella liberazione di Gondor.
Come i Cancro, inoltre, anche Elrond si dimostra incorruttibile e abile nel riconoscere l’inganno: è tra i pochi ad intuire la vera natura di Annatar, ovvero Sauron sotto mentite spoglie.
Tratti distintivi: razionalità, imperturbabilità.
Abilità speciale: lungimiranza.
LEONE
Caro Leone, il tuo personaggio è… Éowyn. La Dama di Rohan, “bella e fredda, come una mattina di pallida primavera”, nutre il desiderio di gloria tipico del tuo segno: vuole compiere grandi imprese che le permettano di essere ricordata:
«Cosa temi, mia signora?», egli domandò. «Una gabbia», ella rispose. «Rimanere chiusa dietro le sbarre finché il tempo e l’età ne avranno fatto un’abitudine, e ogni possibilità di compiere grandi azioni sarà per sempre scomparsa».
Per questo, Éowyn disobbedisce agli ordini di re Théoden e si aggrega di nascosto all’armata diretta a Gondor, portando con sé Merry. I due, sottovalutati e messi da parte, riusciranno invece a sconfiggere uno dei nemici più forti e temibili, il Re stregone di Angmar, protetto dalla profezia secondo cui nessun uomo vivente avrebbe potuto ucciderlo:
«Non metterti tra il Nazgûl e la sua preda! […]». Una spada risuonò mentre veniva sguainata. «Fa’ ciò che vuoi; ma io te lo impedirò, se potrò». «Impedirmelo? Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirmi nulla!». Allora Merry udì fra tutti i rumori il più strano: gli sembrò che Dernhelm ridesse […] «Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una donna! Io sono Éowyn, figlia di Éomund. Tu ti ergi fra me e il mio Signore dello stesso mio sangue! Vattene, se non sei immortale! Viva o morente ti trafiggerò, se lo tocchi!»
Dopo aver decapitato l’orrenda bestia alata che il Signore dei Nazgûl cavalcava, pur ferita dalla sua mazza, Éowyn rivela la propria identità e – aiutata da Merry che pugnala il nemico alle spalle – vibra il colpo finale nel volto dello spettro, eliminandolo definitivamente.
Come una vera Leonessa, Éowyn non si lascia dominare da niente e nessuno, affronta con coraggio le avversità e lotta per il suo popolo compiendo imprese ritenute “maschili”, armata della spada ma soprattutto di un cuore impavido.
Tratti distintivi: caparbietà, coraggio.
Abilità speciale: implacabilità.
VERGINE
Cara Vergine, il tuo personaggio è… Legolas. Il rappresentante degli Elfi all’interno della Compagnia rivela tratti tipici del segno: innanzitutto la precisione, che lo rende un arciere formidabile, ma anche la cautela – vista e udito sviluppati aiutano ad analizzare la situazione – e il grande rispetto nei confronti della natura (a seguito della distruzione dell’Unico Anello, ottiene dal padre il permesso di abitare l’Ithilien per riportare lo splendore in questa regione provata dalla vicinanza con la terra di Mordor).
Come le persone del segno, anche Legolas inizia il rapporto di amicizia con il nano Gimli mostrandosi inizialmente diffidente, e senza sottrarsi ai battibecchi tipici della Vergine: solo quando ha avuto modo di studiare a fondo il compagno – durante il soggiorno a Lothlórien, in cui Gimli resta ammaliato da Galadriel – si apre e stringe con lui una profonda amicizia.
Tuttavia, proprio prima di entrare a Lothlórien, emerge anche l’orgoglio (e la conseguente difficoltà a scendere a compromessi) che caratterizza il segno: tutta la Compagnia dell’Anello riceve il permesso di entrare liberamente nei boschi, con l’eccezione di Gimli, costretto a bendarsi gli occhi. Aragorn, per evitare discriminazioni, decide che tutti i membri della compagnia vengano bendati per rispetto dell’amico nano, ma Legolas non approva questa decisione trovando inaccettabile che, nonostante sia un elfo, debba essere soggetto a questo trattamento.
Tratti distintivi: precisione, orgoglio.
Abilità speciale: maestro del rassettamento.
BILANCIA
Cara Bilancia, il tuo personaggio è… Samwise Gamgee (Sam). Sam è il vero eroe della storia: nonostante l’aspetto semplice e modesto (quello di un giardiniere coinvolto casualmente in un’avventura perigliosa), rivela una grande forza d’animo e una straordinaria lealtà, che lo rendono capace di essere il terzo e ultimo Portatore dell’Anello, nonché l’unico in grado di rinunciarvi senza difficoltà. Come le persone del segno, anche Sam è attratto dalla bellezza: pur essendo un semplice hobbit, amante del cibo, della birra e della terra ben coltivata, Sam si distingue infatti per il suo amore per gli Elfi, il dono della poesia e la convinzione – ispirata da Bilbo, che gli insegna a leggere e scrivere – che il mondo riservi meraviglie ben più grandi di quelle di cui è a conoscenza la maggior parte degli Hobbit. Dopo la sconfitta di Sauron, inoltre, contribuisce a sanare la Contea dalle devastazioni provocate da Saruman grazie al dono offertogli da Galadriel al momento della sua partenza da Lothlórien: una scatolina con polvere di Lórien, per concimare al suo ritorno a casa la terra della Contea.
Tratti distintivi: candore, modestia.
Abilità speciale: portatore di armonia ed equilibrio.
SCORPIONE
Caro Scorpione, il tuo personaggio è… Boromir. Il figlio del Sovrintendente di Gondor, dall’espressione orgogliosa e severa, dimostra da subito un carattere difficile: è il primo a intervenire al Consiglio di Elrond per cercare di convincere i vari membri a portare l’Unico Anello a Gondor e a utilizzarlo contro le forze del male. Nonostante la sua proposta non venga accettata dal Consiglio e Gandalf chiarisca che l’Anello non possa essere utilizzato per tali propositi, Boromir non desiste ma anzi insiste con maggior vigore dopo aver udito Galadriel metterlo in guardia sul destino che aspetta la sua città e il suo popolo. Un atteggiamento che conferma il suo segno zodiacale: di fatto, per lo Scorpione la migliore difesa èsempre l’attacco, soprattutto quando a essere in pericolo sono le persone e le cose a lui più care. Non sorprende neanche che questo atteggiamento sfoci in uno sfogo di rabbia – tipico del segno – che lo porta ad aggredire il Portatore dell’Anello. Frodo, infatti, non vuole assecondarlo e Boromir, corrotto dal potere dell’Anello cerca di impadronirsene, mettendo in fuga l’hobbit. Tuttavia, dopo aver riacquistato la ragione, Boromir si riscatta combattendo e perendo per salvare Merry e Pipino dall’attacco degli Orchi e degli Uruk-hai. Ritrovato in fin di vita da Aragorn, impiega le ultime forze rimastegli per confessare il suo tentativo di impadronirsi dell’Anello, riconoscere Aragorn come suo Re e implorarlo di fare il possibile per salvare Gondor, dal momento che lui non avrebbe più potuto farlo.
Tratti distintivi: schiettezza, impulsività.
Abilità speciale: difesa violenta.
SAGITTARIO
Caro Sagittario, il tuo personaggio è… Aragorn. L’erede di Isildur presenta i tratti tipici del tuo segno: l’indole gentile e altruista (benché celata sotto uno sguardo severo e una voce imperiosa), i gusti semplici e l’ottima capacita deduttiva, che da pochi indizi gli permettono di ricostruire i fatti. Conosciuto anche come Grampasso, Aragorn da vero Sagittario trascorre gran parte della sua giovinezza intraprendendo lunghi viaggi nella Terra di Mezzo, che lo portano ad affinare le sue abilità di cacciatore e cercatore di piste.
Benché sia il legittimo erede al trono di Gondor, Aragorn non ne fa menzione e suscita rispetto senza risultare mai minimamente arrogante, tanto che la sua regalità passa inosservata fino al dono di Galadriel:
«Questa gemma io diedi a Celebrian, mia figlia, ed ella a sua volta la donò alla sua; giunge ora nelle tue mani in segno di speranza. In questo momento prendi il nome a te predestinato, Elessar, gemma elfica della casa di Elendil!». Aragorn prese la spilla e se l’appuntò al petto, e coloro che lo guardavano furono colti da meraviglia; mai infatti avevano notato il suo portamento eretto e regale, e parve loro che le spalle del capo della Compagnia si fossero alleggerite di molti anni logoranti.
La sua umiltà, tipica del Sagittario, emerge anche nella scena dell’incoronamento: Faramir, Sovrintendente, gli offre la Corona e lui la prende in mano, pronuncia il giuramento, ma invece di porla sul proprio capo, la restituisce affinché sia Frodo a consegnargliela:
«È grazie all’opera e al valore di molti che sono giunto in possesso della mia eredità. In pegno di riconoscenza vorrei che il Portatore dell’Anello recasse a me la corona, e che Mithrandir la ponesse sul mio capo, se accetta; poiché è stato lui il fautore di tutto ciò che è stato compiuto, e questa vittoria è sua».
Tratti distintivi: generosità, umiltà.
Abilità speciale: guida fidata.
CAPRICORNO
Caro Capricorno, il tuo personaggio è… Frodo Baggins. Come le persone del segno anche il Portatore dell’Anello manifesta la tendenza a fuggire, non dai pericoli (verso i quali al contrario si fionda), ma da parenti e amici: Sam deve ordire una congiura per costringerlo a portare con sé anche i suoi più cari amici, Merry e Pipino, è lo stesso Frodo a offrirsi di portare l’Anello a Mordor e gettarlo nei fuochi del Monte Fato (quando sarebbe potuto tornare tranquillamente a casa) e alla prima occasione decide di abbandonare la Compagnia e portare il fardello da solo, senza dire nulla agli altri membri.
Di fatto, il Capricorno è il segno che meno soffre la solitudine: forte e determinato, crede di poter fare a meno di tutti ed è capace di qualunque cosa pur di liberarsi da qualsiasi tipo di pressione esterna. Questo lo rende anche poco umile: non sorprende che Frodo venga sopraffatto dal potere dell’Anello e nel momento decisivo lo reclami per sé, proclamandosi “Signore dell’Anello”.
Tratti distintivi: tendenza all’eremitaggio, snobismo.
Abilità speciale: autonomia e intraprendenza.
ACQUARIO
Caro Acquario, il tuo personaggio è… Galadriel. Come le persone del segno, anche la Dama dei Boschi si distingue per la sua straordinaria saggezza, ma anche per la sua sensibilità (che le consente di leggere nei cuori delle persone) e il suo altruismo: dopo aver accolto la Compagnia dell’Anello, infatti, offre ad ogni membro un dono: ad Aragorn la gemma elfica della casa di Elendil (dono per le future nozze con Arwen); a Legolas un arco di Lórien; a Boromir, Merry e Pipino preziose cinture; a Sam una scatolina con polvere di Lórien, per concimare al suo ritorno a casa la terra della Contea, ed una corda elfica; e a Frodo la luce della stella di Eärendil, la Stella del Vespro, per affrontare i luoghi e i momenti più bui del suo viaggio (salverà, infatti, lui e Sam dagli attacchi di Shelob); ma il dono più insolito – e significativo – lo offre a Gimli, che osa chiederle un solo e semplice capello: Galadriel gliene concede graziosamente tre (l’enorme valore simbolico di ciò si rivela tenendo presente che concede volentieri questo dono a Gimli, un Nano, mentre lo rifiuta più volte, molte ere prima, a Fëanor, il più grande fra tutti gli Eldar).
Tratti distintivi: saggezza, altruismo.
Abilità speciale: imprevedibilità.
PESCI
Cari Pesci, il vostro personaggio è… Arwen. La figlia di Elrond, chiamata anche Stella del Vespro, appare solo due volte nella storia, eppure la rilevanza del personaggio – cui viene dedicato ampio spazio nelle Appendici – trascende le sue apparizioni. È infatti Arwen a ispirare e motivare Aragorn lungo tutta la storia: il futuro re di Gondor si innamora di lei a prima vista quando ha ancora vent’anni e circa trent’anni dopo i due si giurano eterna fedeltà sulla collina di Cerin Amroth. Tuttavia, Elrond stabilisce che Aragon diventi Re di Gondor prima di poterla sposare.
A ben vedere Arwen incarna il romanticismo tipico dei Pesci: la figlia del Re degli Elfi, infatti, rinuncia all’immortalità, sceglie un destino diverso da quello della sua stirpe, accoglie la morte e il dolore umano per amore, per vivere con l’uomo che ama:
«Non vi sono più navi che mi porteranno sin là, e devo attendere la Sorte degli Uomini, volente o nolente: la perdita e il silenzio. Ma voglio dirti, Re dei Numenoreani, che sinora non avevo compreso la storia della tua gente e la loro caduta. Li deridevo come se fossero stupidi e cattivi, ma ora finalmente li compiango. Perché se questo è, in verità, il dono dell’Uno agli Uomini, è assai amaro da ricevere».
Alla morte di Aragorn, non rimane più nulla per lei a Minas Tirith («la luce dei suoi occhi era spenta; al suo popolo parve che ella fosse diventata fredda e grigia come la notte d’inverno senza una stella»), così un giorno saluta i suoi figli e raggiunge il colle di Cerin Amroth nell’ormai deserto regno di Lothlórien, dove quasi due secoli prima si era scambiata la promessa d’amore con l’amato. Rimane lì, sola sotto gli alberi pallidi, fino al giungere dell’inverno: «alla fine, mentre cadevano le foglie dei Mallorn e la primavera era ancora lontana, ella si distese sul Cerin Amroth; e quella sarà la sua verde tomba finché il mondo cambierà, e i giorni della sua vita saranno del tutto obliati dagli uomini che nasceranno, e l’Elanor e il Niphredil non fioriranno più a est del Mare».
Tratti distintivi: romanticismo, irrazionalità.
Abilità speciale: sacrificio d’amore.