Morten Søndergaard è forse il personaggio più interessante della cultura danese di oggi: poeta, scrittore, musicista, lavora con parole e suoni a tutti i livelli, lavorando su carta o marmo, sperimentando con sonorità o installazioni nei posti più impensabili. L’ultima sua opera è la facciata di un palazzo di Copenaghen, sulla quale per un’altezza di trenta metri ha applicato insegne luminose che si accendono al tramonto e raccontano i sogni di chi abita nell’edificio.
Morten Søndergaard è nato a Copenaghen. Ha debuttato nel 1992 con le poesie di Sahara i mine hænder [Il Sahara nelle mie mani]. Artista poliedrico, maestro delle sonorità, coltiva un’attrazione per il movimento, nello spazio e sulla pagina. Ha pubblicato poesie, prose brevi e un unico romanzo, e tradotto Borges e Pavese. Ha vissuto a lungo in Toscana e del 2002 è la raccolta Vinci, senere [A vinci, dopo, Del Vecchio, Bracciano 2014]. Nel 1998 ha ricevuto il Michael Strunge Prisen e nel 2002 e nel 2007 è stato candidato al Premio Letterario del Consiglio Nordico. La sua ultima raccolta è Fordele og ulemper ved at udvikle vinger [Vantaggi e svantaggi nel mettere le ali] del 2013.
Bruno Berni è nato a Roma, dove ha studiato letteratura tedesca e nordica. Dal 1993 dirige la Biblioteca dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, presso il quale è ricercatore. A partire dal 1987 ha pubblicato traduzioni di autori nordici classici e contemporanei – da Andersen a Blixen, da Holberg a Strindberg a Peter Høeg – e saggi su autori scandinavi, curato monografie e bibliografie. Per la sua attività ha ricevuto nel 2004 il premio Hans Christian Andersen, nel 2009 il Dansk Oversætterpris e nel 2013 il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
L’incontro ha il patrocinio dell’Ambasciata di Danimarca in Italia ed è aperto a tutti, registrandosi all’indirizzo rsvp@laboratorioformentini.it