Si conclude al Laboratorio Formentini per l’editoria “L’invenzione editoriale”, il ciclo di otto conversazioni dedicate ai libri latenti, resuscitati, traditi. La fantasia non è appannaggio esclusivo degli artisti: altrettanta se ne può trovare in chi li presenta al pubblico. L’invenzione editoriale, a cura di Mariarosa Bricchi, Giorgio Pinotti, Raffaella Poletti e Domenico Scarpa, mostra come avviene la scoperta di libri nascosti ma possibili, libri imprescindibili che non esistevano nelle intenzioni dei loro autori; parla del talento di trasformare e resuscitare storie, scrittori e persino interi generi letterari, ma anche della possibilità – a volte è accaduto – di sciuparli. Progetti trasformati in oggetti, racconti di scrittura ed editoria, avventure di laboratorio e bottega: otto appuntamenti per chi ama i libri ed è curioso di sapere come si fanno, si rifanno e si sfanno.
Dopo gli incontri con Stefano Bartezzaghi, Alberto Ferlenga, Isabella Mattazzi, Salvatore Silvano Nigro, Rino Parlapiano e Mario Piazza, il ciclo si chiude con Lo scrittore postumo: la linguista e editor Mariarosa Bricchi dialoga col germanista Michele Sisto. Gli autori scomparsi di cui appaiono libri inediti in vita sono figure spesso prolifiche, che rivelano una varietà sorprendente di interessi. Interessi che, talvolta, coincidono con quelli – economici – di curatori, eredi, editori. Allora, l’invenzione editoriale costeggia l’invasione: testamenti traditi (i casi di Virgilio e di Kafka sono paradigmatici); traduzioni che manipolano; casi di editing interventista; opere incompiute che possono svelare, alla luce cruda della pubblicazione, null’altro che gli informi sprazzi di sonnolenza di scrittori geniali.