Ritradurre un libro è dare una nuova voce a un testo, a un personaggio, a un autore. La nuova traduzione di Homo faber di Max Frisch, firmata da Margherita Carbonaro e pubblicata da Feltrinelli nel 2017, è uscita a sessant’anni esatti dalla prima pubblicazione del romanzo e a quasi altrettanti dalla sua prima traduzione in italiano.
Margherita Carbonaro colloquia con Roberta Gado sui problemi posti dal lavoro di ritraduzione e propone alcuni passi del testo originale, della storica versione italiana e di quella nuova, soffermandosi in particolare sulla resa della voce del personaggio narrante, Walter Faber, sul suo tono, sul ritmo e sulle scelte lessicali compiute. I partecipanti all’incontro sono invitati a contribuire all’analisi critica delle traduzioni e a lavorare su alcuni brevi brani proponendo e discutendo soluzioni.
Margherita Carbonaro è nata a Milano nel 1964. Lavora come traduttrice letteraria prevalentemente dal tedesco, ma anche dal lettone e dall’inglese. Ha tradotto diverse opere di Herta Müller e testi di autori di lingua tedesca come Max Frisch, Thomas Mann, Christoph Ransmayr, Uwe Timm, Terézia Mora, Hans Keilson, Ingo Schulze.
L’appuntamento si inserisce all’interno del palinsesto di Book Pride, e in particolare della rassegna itinerante dedicata alla letteratura svizzera, Suisse Pride, a cura di Roberta Gado e promossa dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, dal Consolato generale di Svizzera a Milano, in collaborazione con Istituto Svizzero, ODEI.