{"id":3444,"date":"2020-04-29T12:35:48","date_gmt":"2020-04-29T10:35:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.laboratorioformentini.it\/?post_type=event&p=3444"},"modified":"2020-07-03T16:14:46","modified_gmt":"2020-07-03T14:14:46","slug":"stelle-delleditoria-8","status":"publish","type":"event","link":"https:\/\/www.laboratorioformentini.it\/eventi\/stelle-delleditoria-8\/","title":{"rendered":"Stelle dell’editoria – Poesie"},"content":{"rendered":"

Benvenuti su\u00a0LaLaLab<\/a>, questa \u00e8\u00a0Stelle dell\u2019editoria<\/em>, la rubrica astrologica dedicata alla (ri)scoperta di scrittori, poeti, letture e protagonisti del mondo editoriale.<\/p>\n

Questa settimana abbiamo pensato di assegnarvi una poesia e lasciare che siano i suoi versi a ispirarvi.<\/p>\n

 <\/p>\n

ARIETE<\/strong>
\nFrancesco Petrarca, \u201cEra il giorno ch\u2019al sol si scoloraro\u201d<\/p>\n

Era il giorno ch\u2019al sol si scoloraro
\nper la piet\u00e0 del suo factore i rai,
\nquando i\u2019 fui preso, et non me ne guardai,
\nch\u00e9 i be\u2019 vostr\u2019occhi, donna, mi legaro.<\/p>\n

Tempo non mi parea da far riparo
\ncontra colpi d\u2019Amor: per\u00f2 m\u2019andai
\nsecur, senza sospetto; onde i miei guai
\nnel commune dolor s\u2019incominciaro.<\/p>\n

Trovommi Amor del tutto disarmato
\net aperta la via per gli occhi al core,
\nche di lagrime son fatti uscio et varco:<\/p>\n

per\u00f2, al mio parer, non li fu honore
\nferir me de saetta in quello stato,
\na voi armata non mostrar pur l\u2019arco.<\/p>\n

 <\/p>\n

TORO
\n<\/strong>Rainer Maria Rilke, \u201cSonetti a Orfeo\u201d, XII<\/p>\n

Tendi al mutamento. Ardi alla fiamma ove cosa
\nTi sfugge, che \u00e8 di metamorfosi orgogliosa;
\nlo spirito progettante, che governa la terra, niente
\nnello slancio della figura ama pi\u00f9 del punto di svolta.<\/p>\n

Ci\u00f2 che si chiude nel restare \u00e8 gi\u00e0 pietrificato;
\nsi crede pi\u00f9 sicuro sotto lo scudo del grigio inapparente?
\nAspetta, cosa pi\u00f9 dura minaccia di lontano la durezza.
\nAhim\u00e8 \u2013: gi\u00e0 si leva il martello inesistente!<\/p>\n

Chi s\u2019effonde come fonte lo conosce conoscenza;
\nin estasi lo guida per serene vie della creazione,
\nche spesso termina col principio e inizia con la fine.<\/p>\n

Ogni spazio felice \u00e8 figlio o discende da separazione,
\nlo attraversano stupiti. E Dafne, nel suo mutamento,
\nda che sente come alloro, vuole che tu ti muti in vento.<\/p>\n

 <\/p>\n

GEMELLI<\/strong>
\nPedro Salinas, \u201cLa voce a te dovuta\u201d, XIV<\/p>\n

Per vivere non voglio
\nisole, palazzi, torri.
\nChe altissima allegria:
\nvivere nei pronomi!<\/p>\n

Getta via i vestiti,
\ni connotati, i ritratti;
\nnon ti voglio cos\u00ed,
\ntravestita da altra,
\nfiglia sempre di qualcosa.
\nTi voglio libera, pura,
\nirriducibile: tu.
\nQuando ti chiamer\u00f2, so bene,
\nfra tutte le genti
\ndel mondo,
\nsolo tu sarai tu.
\nE quando mi chiederai
\nchi \u00e8 che ti chiama,
\nche ti vuole sua,
\nsotterrer\u00f2 i nomi,
\nle pergamene, la storia.
\nComincer\u00f2 a distruggere quanto
\nm\u2019hanno gettato addosso
\nda prima ancora ch\u2019io nascessi.
\nE ritornato ormai
\nall\u2019eterno anonimato
\ndel nudo, della pietra, del mondo,
\nti dir\u00f2:
\n\u00abIo ti voglio, sono io\u00bb.<\/p>\n

 <\/p>\n

CANCRO<\/strong>
\nJ. Rodolfo Wilcock, \u201cGi\u00e0 una stella\u201d<\/p>\n

Gi\u00e0 una stella attraversa l\u2019albero della notte
\nfino al giovane che pensa al suo ignorato amore,
\ne la luce di uno spazio che sta al di l\u00e0 dei sogni
\ncambia la sua scintilla fredda in fuoco e immensit\u00e0.<\/p>\n

Ascendi, oh desiderio brillante!, ascendi nella calma
\ndegli uomini che dormono,
\nfluttuando nel cielo come una nuvola in fiamme.<\/p>\n

E colui che guarder\u00e0 in alto,
\nper sempre accecato dimenticher\u00e0 il proprio nome
\ncantando cose incomprensibili.<\/p>\n

 <\/p>\n

LEONE<\/strong>
\nDylan Thomas, \u201cNel mio mestiere o arte ombrosa\u201d<\/p>\n

Nel mio mestiere o arte ombrosa
\npraticata nella notte quieta
\nquando solo la luna s\u2019infiamma
\ne gli amanti riposano a letto
\ncon tutti i dolori nelle braccia,
\nil mio lavoro \u00e8 cantare la luce
\nnon per ambizione o pane,
\nnon per vanagloria o commercio di incanti
\nsu impalcature in avorio
\nma per il modesto salario
\ndel loro pi\u00f9 segreto cuore.
\nNon scrivo per l\u2019uomo orgoglioso
\nche si ritrae nella furia di luna
\nsu questo zampillo di pagine,
\nnon per i morti che torreggiano
\ncon i loro usignoli e salmi
\nma per gli amanti che abbracciano
\ni dolori di tutte le et\u00e0,
\ne non offrono lodi o compensi
\nincuranti del mio mestiere o arte.<\/p>\n

 <\/p>\n

VERGINE<\/strong>
\nAmelia Rosselli, \u201cInesplicabile o esemplare\u201d<\/p>\n

Inesplicabile o esemplare
\ngenerosa e trita ti concedi qualche piccolo
\nritorno alle abitudini.<\/p>\n

La lingua scuote nella sua bocca, uno sbatter d\u2019ale
\nche \u00e8 linguaggio.<\/p>\n

Sent\u00ec bisogno allora di inalzare, piramidi alla
\nverit\u00e0 (o il suo mettersi in moto).<\/p>\n

 <\/p>\n

BILANCIA<\/strong>
\nAleksandr Blok, \u201cL\u2019arte \u00e8 un fardello sulle nostre spalle\u201d<\/p>\n

L\u2019arte \u00e8 un fardello sulle nostre spalle,
\nper\u00f2 come apprezziamo, noi poeti,
\nle fuggevoli inezie della vita!
\n\u00c8 dolce abbandonarsi alla pigrizia
\ne sentire nelle proprie vene
\nil melodioso scorrere del sangue,
\ncogliere dietro una fugace nuvola
\nun amore che suscita le fiamme,
\ne immaginare che la vita sorga
\nin tutto il suo splendore di champagne
\nnel delicato crepit\u00eco ronfante
\nd\u2019uno sfavillante cin\u00e9ma<\/em>!
\nE un anno dopo all\u2019estero: stanchezza,
\nuna citt\u00e0 non conosciuta, folla, \u2013
\ne sullo schermo novamente il volto
\nd\u2019una francese adorabile!…<\/p>\n

 <\/p>\n

SCORPIONE<\/strong>
\nMargherita Guidacci, \u201cMeditazioni e sentenze\u201d, VII<\/p>\n

Ogni voce sorge e cade al piegare di un vento.<\/p>\n

Anche il nostro inno o lamento governano gli invisibili venti dell\u2019anima.<\/p>\n

Solo al mare fu data voce perenne.<\/p>\n

 <\/p>\n

SAGITTARIO<\/strong>
\nJohn Keats, \u201cSolitudine, se vivere devo con te\u201d<\/p>\n

Solitudine, se vivere devo con te,
\nSia almeno lontano dal mucchio confuso
\nDelle case buie; con me vieni in alto,
\nDove la natura si svela, e la valle,
\nIl fiorito pendio, la piena cristallina
\nDel fiume appaiono in miniatura;
\nVeglia con me, dove i rami fanno dimora,
\nE il cervo veloce, balzando, fuga
\nDal calice del fiore l\u2019ape selvaggia.
\nQui sarei felice anche con te. Ma la dolce
\nConversazione d\u2019una mente innocente, quando le parole
\nSono immagini di pensieri squisiti, \u00e8 il piacere
\nDell\u2019animo mio. \u00c8 quasi come un dio l\u2019uomo
\nQuando con uno spirito affine abita in te.<\/p>\n

 <\/p>\n

CAPRICORNO<\/strong>
\nPaul Verlaine, \u201cVola, canzone, rapida\u201d<\/p>\n

Vola, canzone, rapida
\ndavanti a Lei e dille
\nche, nel mio cuor fedele,
\ngioioso ha fatto luce
\nun raggio, dissipando,
\nsanto lume, le tenebre
\ndell’amore: paura,
\ndiffidenza e incertezza.
\nEd ecco il grande giorno!
\nRimasta a lungo muta
\ne pavida – la senti?
\n– l’allegria ha cantato
\ncome una viva allodola
\nnel cielo rischiarato.
\nVola, canzone ingenua,
\ne sia la benvenuta
\nsenza rimpianti
\nvani colei che infine torna.<\/p>\n

 <\/p>\n

ACQUARIO<\/strong>
\nCharles Baudelaire, \u201cElevazione\u201d<\/p>\n

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
\ndelle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
\noltre il sole e l’etere, al di l\u00e0 dei confini delle sfere stellate,
\nanima mia tu ti muovi con agilit\u00e0,
\ne, come un bravo nuotatore che fende l’onda,
\ntu solchi gaiamente, l’immensit\u00e0 profonda
\ncon indicibile e maschia volutt\u00e0.
\nVia da questi miasmi putridi, va’ a purificarti nell’aria superiore,
\ne bevi come un puro e divin liquore
\nil fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi.
\nAlle spalle le noie e i molti dispiaceri
\nche gravano col loro peso sulla grigia esistenza
\nfelice chi pu\u00f2 con un colpo d’ala vigoroso
\nslanciarsi verso campi luminosi e sereni;
\ncolui i cui pensieri, come allodole,
\nverso i cieli al mattino spiccano un volo
\n– che plana sulla vita. e comprende senza sforzo
\nil linguaggio dei fiori e delle cose mute!<\/p>\n

 <\/p>\n

PESCI<\/strong>
\nPaul Klee, \u201c\u00c8 stata l\u2019acqua della seduzione\u201d<\/p>\n

\u00c8 stata l\u2019acqua della seduzione
\nche ha attirato i miei sensi
\nnel suo mosso vortice. E come
\ntrascina la forza della corrente.
\nMi chiamavano passando i luoghi
\ndi quelle vecchie dolci e cupe case
\ndove di notte ascoltavo il canto
\nsegreto delle cicale, solo
\nsotto il sambuco odoroso.
\nVedo uomini tristi sulla riva.
\nMa io sono sopra le onde
\nforte e fresco nell\u2019anima e nel corpo.
\nCon questa grande corrente
\nio voglio sfociare nel mare.<\/p>\n

 <\/p>\n

 <\/p>\n

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